Come in fabbrica
Sensazione di isolamento, lavoro non garantito e impegno
per tante ore al giorno: i dipendenti della new economy
hanno gli stessi problemi che affliggevano gli operai delle
prime fabbriche dopo la Rivoluzione industriale.
E' emerso da uno studio del docente di Sociologia
dell'Università della California Sean O'Riain, che ha rilevato
come tratti comuni delle moderne professioni la pressione
intensa delle responsabilità, la mancanza di uguaglianza
e l'emarginazione. "Praticamente privi di controllo da parte
dei superiori, i lavoratori della new economy sono stressati,
sempre sotto pressione e portati al superlavoro a causa dei
tempi di consegna troppo stretti" dichiara il professor O'Riain.
da TheNet - newsletter di Buongiorno.it
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29.11.02  |
Depressione
La cosa più importante [della depressione] è che si tratta di un male endemico collettivo. E noi lo sentiamo, e pensiamo che sia soltanto dentro il nostro cervello: nella nostra famiglia, nel nostro matrimonio, nel nostro lavoro, nella nostra condizione economica. Abbiamo portato questo male dentro un "me". Laddove invece, se è vero che esiste un'anima mundi, se c'è un'Anima del Mondo e noi ne facciamo parte, allora ciò che accade nell'anima esterna accade anche a me, e io percepisco l'estinguersi delle piante, degli animali, delle culture, dei linguaggi, dei costumi, dei mestieri, delle storie. Stanno tutti scomparendo.
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La depressione come atto politico. Lei e io subiamo quotidianamente la pulsione irrefrenabile a comprare e spendere e vivere in fretta. L'intero libero mercato dell'economia - e non solo nei paesi occidentali ricchi come l'Italia - ci richiede di condurre uno stile di vita maniacale. Sta al telefono, controlla l'email, entra ed esci dai supermercati, compra, corri, cumula due o tre lavori, acquista automobili nuove, nuovi vestiti, nuovi computer.
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La depressione è l'unico modo di mettere un freno a tutto questo. La depressione economica così come la depressione psicologica. Per cui, provi a supporre che la sua depressione e la mia siano atti politici di ribellione. Provi a supporre che la psiche stia dicendo:"No". Non voglio quest'accelerazione. Non voglio comprare niente. Le mie gambe non si vogliono muovere. Non mi interessa. Ora me ne sto qui nel letto e penso al passato. Capisce perché i governi e le multinazionali investono tanto in prodotti farmaceutici, nei prozac, negli zoloft, e in qualunque tipo di ricerca riescano a escogitare per far continuare a girare il mondo così che lei ed io, i consumatori, seguitiamo ad affannarci a destra e a manca ? E capisce perché noi vecchi non siamo molto apprezzati ? Siamo troppo lenti. Apprezziamo Saturno noi. A volte sento la depressione come una visita al suo tempio.
da Il piacere di pensare di James Hillman - conversazione con Silvia Ronchey
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18.11.02  |
Obsolescenza
La consapevolezza di essere un uomo finito prima di sentircisi veramente non può che provocare effetti singolari su un quarantenne, anche se si tratta di un tecnologo. Quando Internet esplose ci furono segnali evidenti del fatto che la nuova ricetta per il successo economico non corrispondeva necessariamente a una ricetta per la felicità delle persone adulte. L'idea che la maturità sia, per certi versi, qualcosa di obsoleto portò alcuni a farci l'abitudine. E qualcuno tra coloro che avevano manifestato la massima fiducia nella tecnologia, e che avevano fatto di tutto per promuovere rapidi cambiamenti, cominciarono a riconsiderare l'intera faccenda. I pistoni del loro cuore cominciarono a fare cilecca in modi strani e meravigliosi.
da NEXT di Michael Lewis
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15.11.02  |
Il futuro
"Gran parte della nostra società conserva ancora un carattere patriarcale" disse Romer (economista della Stanford University), "nel senso che si fonda sull'autorità degli anziani e sull'idea che stima e retribuzione sono destinate ad aumentare nel corso della vita. Non possiamo escludere l'ipotesi che ci stiamo spostando verso modelli nei quali gli anni di picco per la produzione di reddito si avranno prima che il soggetto abbia compiuto trent'anni, passati i quali egli di fatto andrà in pensione. Il modello è quello degli sportivi professionisti, esteso a tutti gli altri campi". Da questa affermazione discendeva una serie di considerazioni di vario genere. Per esempio, che ne sarebbe stato di idee come quella di costruirsi una carriera, o di sviluppare progetti che richiedono tempi lunghi per essere portati a termine ? "In passato potevi pensare di dare il tuo contributo attraverso qualcosa di veramente duraturo", disse Romer. "Costruisci una piramide e quella starà lì in eterno. Adesso, la permanenza è solo un trampolino di lancio che altri utilizzano, e sul quale edificano il futuro. Non si tratta quindi di una cosa che dura in sé, ma di un gradino ulteriore sul quale altri costruiranno qualcosa spingendo avanti il processo."
da NEXT di Michael Lewis
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14.11.02  |
Scelte
Supponiamo per un attimo che alcune decine di anni fa un genio apparisse nel cielo americano, prospettando alla nazione una grande scelta: "O conservate la situazione economica che avete ora , continuando a lavorare come fate adesso, oppure .. ho un patto da proporvi ! All'inizio del prossimo secolo alcuni di voi saranno straordinariamente ricchi, la maggioranza vivrà in condizioni agiate in termini di quello che potrà acquistare e l'economia crescerà in misura eccezionale. Ma non è tutto. L'altra parte del patto è questa: il vostro posto di lavoro sarà meno sicuro e il reddito meno prevedibile, ci saranno disparità più accentuate nei guadagni e nella ricchezza e la vostra società si frammenterà. Lavorerete molto più duramente e il resto delle vostre vite sarà fortemente compresso. A voi la scelta !
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Sapendo tutto quel che adesso sapete, come avreste votato ? La prosperità senza precedenti vale il prezzo da pagare ? L'America non ha mai compiuto la scelta, naturalmente. Almeno non direttamente: in nessun modo ci siamo resi conto di averla fatta.
In realtà sono proprio le società che fanno le scelte sulla lor situazione economica, che noi le riconosciamo come tali o meno. Il libero mercato non esiste in natura. Non è stato creato da Dio in nessuno dei primi sei giorni, né è mantenuto per volontà divina. E' un artefatto umano, la somma mutevole di un insieme di giudizi sui diritti e le responsabilità individuali.
da L'infelicità del successo di Robert Reich
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12.11.02  |
La richiesta di lavoro
Le mie richieste di lavoro, per quanto veritiere, tendevano a edulcorare la realtà. I volti di chi le leggeva sarebbero impalliditi se avessero letto la versione completa:"Gentile Signore, - iniziai a recitare tra me e me - Ho una carriera di scassinatore dilettante, truffatore, falsario e ladro d'auto; ho anche una certa esperienza con la rapina a mano armata, lo sfruttamento della prostituzione, il gioco d'azzardo truccato e diverse altre attività. A dodici anni ho fumato marijuana, e a sedici mi sono fatto di eroina. Non conosco Lsd e metedrina, poiché sono divenute popolari dopo la mia incarcerazione. Ho importunato ragazzini e omosessuali, ma soltanto quando mi sono trovato costretto a fare a meno delle donne. Nel gergo di prigioni e bassifondi sono un figlio di puttana. Da non interpretarsi in senso letterale, poiché mia madre neanche me la ricordo. Nel mio universo tale termine, usato nel modo in cui l'ha appena usato il sottoscritto, equivale a vantarsi di essere un duro, uno spietato, un personaggio pericolosamente imprevedibile, un virtuoso del crimine. Naturalmente, in quanto figlio di puttana nel mio mondo, nel vostro sono pura spazzatura. Avrebbe per caso un lavoro ?".
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Non potevo raccontare la verità su me stesso; forse nessuno è in grado di farlo.
Forse la verità è fatta di organi sanguinanti, di ingranaggi, di buchi non riempiti, è un retroterra di nulla in una distesa di tempo infranto, destinato a sciogliersi.
da Come una bestia feroce di Edward Bunker
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11.11.02  |
Ricchezza
"L'uomo più ricco è quello i cui piaceri sono i più economici", scrisse Henry David Thoreau nel 1856. Thoreau, leader non ufficiale del movimento per la semplicità volontaria del diciannovesimo secolo, vagabondò per i boschi presso Concord nel Massachussetts, e visse in una semplice capanna a Walden Pond, nutrendosi di ciò che riusciva a coltivare o a catturare. "La nostra vita è sciupata in dettagli ... Semplicità, semplicità, semplicità !" scrisse. "Dico, che i vostri affari siano due o tre e non cento o mille, ... e tenete i vostri conti sull'unghia del pollice".
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Ironia della sorte, più si ha, più la gamma dei presunti bisogni si allarga. Ribaltate la domanda sui bisogni e chiedetevi quale sarebbe il reddito extra che vi libererebbe dalla preoccupazione del denaro. La risposta dipenderà probabilmente da quanto guadagnate. In un recente sondaggio di America Online, gli abbonati che percepivano un reddito annuo superiore ai 100000 dollari hanno dichiarato di avere bisogno di almeno altri 90000 dollari extra per smettere di preoccuparsi del denaro: ben più di quanto avevano dichiarato gli abbonati il cui reddito non superava i 40000 dollari l'anno.
da L'infelicità del successo di Robert Reich
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8.11.02  |
Donne e Uomini
Molte donne sono pienamente consapevoli del fatto che la loro vita sta diventando sempre più compressa, ma sono confuse su ciò che dovrebbero chiedere a sé stesse. Sulle donne continua a ricadere la principale responsabilità di prendersi cura dei bambini, del partner e dei parenti anziani (oltre che di mandare avanti la casa) anche quando lavorano a tempo pieno. Alcune donne sentono di dover lavorare ancora più duramente per mantenere quello che considerano uno standard di vita adeguato; altre invece lavorano di più per restare sul binario veloce, il che vuol dire tenere i contatti e cercare di restare all'avanguardia nel proprio settore. La donna di oggi è fortunata se riesce a far entrare nella giornata tutto ciò che pensa di dover fare. La dolorosa realtà è che spesso non ci riesce.
Per molti uomini l'amara realtà sopraggiunge quando nella loro vita esplode qualcosa: il matrimonio, la salute, il figlio che improvvisamente si mette nei guai. Oppure quando il lavoro comincia a essere così pressante che si svegliano nel bel mezzo della notte in un bagno di sudore. O ancora quando scoprono che il lavoro è così appagante che improvvisamente ogni altra parte della vita scompare.
da L'infelicità del successo di Robert Reich
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7.11.02  |
Coscienza
Senza esitazione, prendete maggiore coscienza di ciò che è davvero importante per voi.
Molti di noi sanno meglio come va il lavoro che non come va il resto della vita. Il rendimento sul lavoro è costantemente monitorato, valutato e stimato. Conosciamo il nostro valore economico con sempre maggiore precisione, perché oggi le nostre paghe aumentano o scendono di conseguenza. Se la nostra stella è in ascesa, abbiamo bonus, stock options e migliori offerte di lavoro; se è in discesa, il nostro pacchetto retributivo si riduce.
La qualità della nostra vita al di fuori del lavoro, invece, spesso sfugge a ogni valutazione. Non sappiamo mai bene cosa ci si aspetti da noi o che cosa dovremmo aspettarci da noi stessi.
da L'infelicità del successo di Robert Reich
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6.11.02  |
Prigionieri
Dal punto di vista degli studiosi di scienze sociali, che ritengono che il modo migliore di capire quel che le persone vogliono sia osservare quel che fanno, la conclusione più ovvia è che gli americani scelgono di lavorare sodo perché così vogliono. Altro che "equilibrio migliore". Tutto il gran parlare del bisogno di lasciare spazio per il resto della vita - l'importanza della famiglia, degli amici, della comunità, delle vocazioni personali e della realizzazione spirituale - è solo una posa superficiale davanti alle telecamere.
Ma le scelte personali non avvengono in un vuoto sociale.
Scegliamo una cosa anziché un'altra a causa delle conseguenze legate a questa scelta, conseguenze che dipendono in parte da come la società ha deciso di organizzarsi. Il fatto che un prigioniero decida di arrampicarsi su un muro sormontato da filo spinato non significa che vuole arrampicarsi sui muri e scavalcare del filo spinato, ma solo che le circostanze della via l'hanno portato a questa scelta pericolosa.
Se le condizioni della sua prigionia dovessero diventare ancora più dure o il mondo fuori dalla prigione molto più confortevole, potrebbe scegliere di scavalcare mura ancora più alte e pericolose. Ma concludere da questo che il prigioniero abbia una predilezione per le mura di cinta vuol dire essere incapaci di capire la sostanza di ciò che sta avvenendo. I suoi sforzi crescenti di evadere sono dovuti al divario sempre più ampio tra la sua vita all'interno di quelle mura e la vita che potrebbe fare fuori.
da L'infelicità del successo di Robert Reich
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5.11.02  |
Pericoli
Di recente, alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University hanno studiato gli effetti psicologici dell'uso di Internet. Hanno preso 169 persone a caso dell'area di Pittsburgh e hanno seguito il loro comportamento per un periodo da uno a due anni. E' emerso che più tempo i soggetti passavano su Internet, più diventavano depressi e solitari.
Il risultato ha sorpreso non solo i ricercatori, ma anche alcune delle aziende produttrici di computer e programmi informatici che avevano finanziato la ricerca aspettandosi l'esatto contrario. Poiché la rete digitale permette alle persone di collegarsi facilmente attraverso posta elettronica e chat room, all'inizio i ricercatori ritenevano che Internet offrisse un mix di rapporti più ricco e che quindi favorisse un migliore benessere psicologico.
Nel corso dello studio i partecipanti hanno detto di aver utilizzato la posta elettronica e le chat room, ma hanno anche fatto notare che più tempo trascorrevano online e meno avevano interazioni dirette con la famiglia e gli amici, semplicemente perché avevano meno tempo a disposizione.
In sostanza, mentre la quantità dei contatti con altre persone restava la stessa o addirittura aumentava, la qualità dei rapporti si riduceva.
"La nostra ipotesi è che ci sono più casi in cui si creano rapporti poco profondi, il che porta ad un calo complessivo della sensazione di contatto con gli altri", ha detto il ricercatore Robert Kraut, professore di psicologia sociale al Carnegie Mellon's Human-Computer Interaction Institute. I rapporti "a distanza senza contatto visivo non offrono il tipo di sostegno e di reciprocità che di solito favorisce un senso di sicurezza e felicità psicologica".
da L'infelicità del successo di Robert Reich
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4.11.02  |
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