Passare alla cassa, prego
Ristrutturare aziende alla fin fine può essere più semplice e sicuro che giocare in borsa.
Conoscendo le persone giuste si può comprare una grande azienda a pochi soldi. Si licenziano i licenziabili (cioè, tipicamente, i non garantiti da un insieme di relazioni interne/esterne). Si aggregano attività enucleando unità omogenee. E si pone ciascuna unità sul mercato (senza troppo clamore) dotandola dei contratti necessari alla sua sopravvivenza per un certo periodo.
In parallelo si fa studiare il valore di ciascuna unità da qualche studio di grido e, se le proposte ricevute non sono in linea con il prezzo che si ha in mente, si fa pubblicare qualche articolo da giornali amici, sulle mirabili prospettive economiche della società, ventilando comunque la possibilità di accettare offerte congrue al valore di mercato. Anzi, dichiarando proprio di aver effettivamente già ricevuto (ovviamente spontanee) manifestazioni d'interesse.
E allora ecco che, in questo infinito gioco delle parti che è la finanza italiana, i compratori cominceranno a palesarsi e non rimarrà che passare alla cassa.
Semplice no ?
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13.1.03  |
Sarà ancora così ?
Dialogo fra un esperto di Giappone e un ingegnere elettronico inglese. "I miei colleghi giapponesi sono preparati come i migliori ingegneri occidentali", dice l'inglese, "ma la loro mentalità è rigida. Per arrivare da A ad E devono assolutamente passare da B, C, D, mentre la mia preoccupazione è soprattutto quella di trovare una scorciatoia". "Già, ma quando tu arrivi alla meta sei solo, quando ci arrivano loro sono almeno in trecento", risponde l'esperto di Giappone.
Già all'inizio del secolo, George Kennan, un americano che viveva in questo Paese, aveva osservato: "Io in Giappone non ho ancora incontrato un individuo che mi abbia colpito per la sua grandezza. La grandezza qui sta nel pensare collettivo".
da una corrispondenza da Tokio del 1985 di Tiziano Terzani
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10.1.03  |
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